Vernacolese

mercoledì, ottobre 10, 2007


Ma chi era veramente Che Guevara?

Conosco la storia del “Che” non in modo approfondito, ma la conosco. Era un rivoluzionario, l’icona alla quale si richiamano movimenti più o meno rivoluzionari e, almeno in America Latina, uomini politici di primo piano come il venezuelano Hugo Chávez, il novello comunista, che chiude televisioni e fa fare 4 ore di marxismo nelle fabbriche. Oltre, naturalmente, a Fidel Castro, moribondo, lui e il comunismo. Una cosa mi ha colpito e che mi ha indotto ad approfondire il “discorso” sul nostro “eroe” e cioè la presenza sul mercato di icone del Che. I nostri giovani comunisti che sfilano con bandiere rosse con il volto del Che, vestiti come il Che, qualcuno con il sigaro come il Che, mi danno da pensare. Ma loro conoscono veramente la vita, la storia dei questo falso esempio di difensore dei deboli? Il Che è diventato un simbolo di libertà, uguaglianza, ribellione al dispotismo. Addirittura pacifismo. il primo paradosso: le icone vendono bene: Guevara, che tanto (o poco?) ha fatto per abbattere il capitalismo, è oggi ridotto al più classico marchio capitalista. In effetti, il suo volto adorna tazze, felpe, accendini, portachiavi, berretti, sciarpe, bandane, camicie, borse, jeans, confezioni di the alle erbe. I seguaci del culto, tra cui si annovera anche Diego Armando Maradona, relitto umano, dopo aver fatto sognare milioni di cristiani, conoscono la vera storia del loro eroe? Pare di no. Mi ci scommetto la mia vacanza a Moliterno che non la conoscono. Era un ipocrita e un moralista. È lo stesso Guevara a sintetizzare il proprio sanguinario ideale di giustizia nel suo modo di concepire il governo: «L’odio come fattore di lotta - l’odio intransigente contro il nemico - che spinge oltre i limiti naturali dell’essere umano e lo trasforma in una reale, violenta, selettiva e fredda macchina per uccidere». «Selettiva» fino a un certo punto. Nella prima metà del 1959, a rivoluzione ormai conclusa, Guevara dirige la prigione di La Cabaña, anche nota come “galera de la muerte”. I nemici politici sono sottoposti a processi sommari. Il Che impartisce disposizioni precise ai membri del tribunale: gli accusati sono tutti assassini e devono finire al muro. Stime attendibili parlano di 400 esecuzioni in meno di sei mesi. Forte di questa esperienza, il Che crea, insieme con Fidel, l’apparato di polizia che ridurrà in schiavitù sei milioni e mezzo di cubani. Nel 1961, dopo la fallita invasione della Baia dei Porci, il nuovo Stato di polizia si consolida. Secondo il Che è l’occasione buona per far sì che i contro-rivoluzionari «non rialzino mai più la testa». La categoria “contro-rivoluzionario” è intesa nel modo più estensivo possibile. Le porte dei campi di concentramento progressivamente si spalancano per «dissidenti, omosessuali, vittime dell’Aids, cattolici, testimoni di Geova, sacerdoti afro-cubani e altri indesiderabili». C’è un aspetto poco noto che merita di essere descritto: il moralismo del Che. «Nel 1958, dopo aver preso la città di Sancti Spiritus, Guevara cercò (senza successo) di imporre una sorta di shar’ia regolamentando i rapporti fra i sessi, l’uso dell’alcol e le scommesse informali». Il tutto all’insegna di un puritanesimo che il comandante non si sognava neppure di applicare nella sua vita personale. Anche l’ideale collettivista poggia su massime non esattamente democratiche quali: Le masse in lotta approvano la rapina delle banche, perché in esse non è depositato uno solo dei loro soldi. Fra il 1959 e il 1961, Guevara ha in mano le leve dell’economia cubana, prima come direttore della Banca Nazionale, poi come ministro dell’Industria. I risultati sono disastrosi. In quel periodo si verificò il crollo pressoché completo della produzione di zucchero, l’industrializzazione fallì del tutto e si dovette ricorrere al razionamento. La riforma agraria fu un affare per i burocrati: le terre sottratte ai ricchi non finirono ai contadini ma agli uomini dell’apparato. Fra il 1961 e il 1963 il raccolto si ridusse della metà. Perfino l’immagine di genio della guerriglia mostra qualche crepa. Il maggiore successo di Guevara contro Batista, la conquista della città di Santa Clara, è stato messo in discussione di recente. Pare infatti che la resa fu concordata in cambio di una forte somma di denaro. I gruppi di guerriglieri organizzati in Nicaragua, Repubblica Dominicana, Panama e Haiti finirono presto e male. Disastrosa la spedizione in Congo. Guevara si schierò al fianco di due ribelli contro il regime congolese appoggiato dagli Usa. Il primo si chiamava Mulele. Dopo aver preso la città di Stanleyville fece vedere di che pasta era fatto: fu assassinato chiunque sapesse leggere e portasse la cravatta. Il secondo era Laurent Kabila, un altro assassino patentato, come risulterà evidente negli anni Novanta. Nel 1965 Guevara capì che la partita era persa e cambiò aria. Salì al potere Mobutu che instaurò una tirannia destinata a durare decenni. La missione in Bolivia fu invece dilettantesca. Il Che non si accorse di non avere l’appoggio né dei contadini né del partito comunista boliviano. Fu catturato nella gola dello Yuro subito dopo aver incontrato l’intellettuale francese Régis Debray. Il giorno dopo, 9 ottobre 1967 viene ucciso.
Tirando le somme Che Guevara fu molto simile al dittatore Batista, rispetto al quale fu però più spietato ed efficiente. In Guevara emrge l’influenza dominante di una figura autoritaria nel sistema di governo e il collettivismo, cioè il disprezzo per l’individuo, la proprietà privata, il capitalismo. Caratteristiche evidenti negli attuali regimi venezuelano e boliviano. Il liberalismo in Sud America è forse destinato a rimanere un miraggio? Questo era, miei cari giovani il vostro idolo con il sigaro in bocca! I suoi ideali sono i vostri ideali? Se sì siete fottuti, se non lo sono, abbandonate questi falsi miti e rivedete un po’ le vostre posizioni.

2 Comments:

At 8:36 PM, Anonymous Anonimo said...

Due sole parole: REVISIONISMO STORICO!! Ma dove l'hai lette ste menzogne? ma incomincia ad abbandonare ste convinzioni e tali avvenimenti falsi e mai esistiti! LA STORIA è UNA SOLA, NN SI CAMBIA A PROPRIO PIACIMENTO!!

ciao!

by boy1985

 
At 5:45 PM, Anonymous Anonimo said...

giusto, non spariamo cagate sul che.
se vuoi scrivere qualcosa di storico informati.


hasta la victoria siempre

 

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