Vernacolese

lunedì, gennaio 21, 2008



Egregio signor Ministro,

ho riletto di nuovo le Sue Indicazioni, per un maggiore approfondimento e francamente non ho trovato niente di nuovo. Dopo quasi due anni del suo governo siamo ancora in attesa del Verbo Nuovo. Tutto ciò che Lei ha scritto, per noi insegnanti con 30 anni di servizio sulle spalle, ci lascia indifferenti; perché? Perché solo su un punto ci possiamo trovare d’accordo: educare "la persona": un essere unico ed irripetibile. Ma questo e altro lo sappiamo dal 1985. Lei ha scritto:
La scuola è luogo di incontro e di crescita di persone. Persone sono gli insegnanti e persone sono gli allievi. Educare istruendo significa essenzialmente tre cose:
• consegnare il patrimonio culturale che ci viene dal passato perché non
vada disperso e possa essere messo a frutto;
• preparare al futuro introducendo i giovani alla vita adulta, fornendo
loro quelle competenze indispensabili per essere protagonisti all'interno
del contesto economico e sociale in cui vivono;
• accompagnare il percorso di formazione personale che uno studente
compie sostenendo la sua ricerca di senso e il faticoso processo di
costruzione della propria personalità. Queste sono cose “vecchie” che tutti gli operatori della scuola conoscono, al contrario di Lei che è un dottore. Il rinnovamento della scuola non può essere solo l'esecuzione o l'applicazione di direttive e decreti, calati dall'alto e imposti dalla norma. Un altro macigno ho sullo stomaco:le Indicazioni hanno ricevuto il supporto ministeriale di una task force (termine maledetto trattandosi di tematiche educative, non siamo alle grandi manovre) e di uno stanziamento di 36 milioni di euro che “devono” essere spesi provincia per provincia. Ciò significa dover obbligatoriamente attivare iniziative, corsi, commissioni, dibattiti, ricerche, conferenze, relazioni… insomma, qualcosa bisogna pur liberamente fare per spendere obbligatoriamente gli euro assegnati.
E, in effetti, gli insegnanti già sentono sul collo il fiato di provveditori, funzionari, ispettori e dirigenti che spingono a fare qualcosa subito, in previsione anche del prossimo sondaggio ministeriale di aprile. Ma nessuno sa bene che cosa, visto che non c’è quasi nulla di nuovo su cui discutere e non c’è molto di difficile da capire…forse voleva far capire ai fannulloni che era cambiata l’aria? Va bene, ci è riuscito.
Dispiace comunque, di questi tempi senza supplenti, vedere sprecati 36 milioni di euro. Come ho scritto in un’altra lettera, tolto il portfolio e il tutor, l’unica cosa nuova (e deleteria, anche secondo il parere di accademici qualificati) è l’obbligo nelle elementari di studiare la storia solo fino al 476 d.C.
Un obbligo che va contro le premesse scritte dal ministro circa la sperimentazione delle Indicazioni, contro l’autonomia professionale e contro una didattica ricorsiva della storia validata da decenni di scuola.
Che cosa succederà? Io spero niente, stando agli ultimi avvenimenti politici.
Personalmente la cosa non mi tocca, come maestro elementare: io so che cosa devo fare nel mio lavoro (non aspettavo certo queste Indicazioni per saperlo e so anche che né il re Odoacre né il ministro Fioroni mi potranno fermare al 476 dopo Cristo…Quest’anno insegno in quarta elementare, ma il prossimo anno continuerò a parlare con i miei alunni degli Amanuensi, delle Signorie, di COLOMBO e Napoleone, di Shoah e dei barbari del XX secolo, come pure di Costituzione Italiana nel 60° anniversario della sua entrata in vigore. Questa è la nostra storia e i bambini la devono conoscere dato che la possono ben capire anche a 10-11 anni. Non possiamo certamente fermare il mondo e la scuola ad ogni passaggio di ministro col suo ricco corteo di esperti e le sue task force di ispettori. Io e i miei alunni non ce lo possiamo permettere: abbiamo altro da fare di più interessante e di più istruttivo.
Sempre con il dovuto rispetto la ossequio.