Vernacolese

sabato, giugno 21, 2008


… E COSI’ UN ALTRO ANNO E’ PASSATO
Cari colleghe/i, come è andato questo anno? Se non avete avuto qualche calcio, una decina di pugni e schiaffi, allora vi è andata bene. A me è andata bene. Ho solo dovuto riscrivere i documenti di valutazione per un errore di trascrizione, tant’è! Si vede che sto invecchiando. Non è andata bene a chi probabilmente voleva essere imparziale con il voto verso allievi poco inclini allo studio. Le famiglie non abituate più a vedere brutti voti in pagella e che hanno rinunciato al loro ruolo educativo che fanno? Prendono a cazzotti il “professore” di turno. Prima si espelleva il turbolento ragazzo da tutte le scuole del Regno, vi ricordate? Ora no! Non è giusto, non è educativo, è repressivo e mina la libertà del soggetto. Giustamente. Cosa fare? Niente di più facile: Rispettare le regole. L’alunno deve sapere che se non studia va incontro a determinate sanzioni ecc…Hanno cominciato quest’anno a non ammettere agli esami di maturità: paga l’alunno che per 5 anni è stato abituato ai debiti, è stato abituato a “capire” che anche se non eccelle, verrà promosso, ma arrivato in quinta il fermo. Non è giusto.
“Tutto quello che non so, l'ho imparato a scuola”. È una delle battute fulminanti di Longanesi, pronunciata diverse decine di anni fa, ma che ognuno di noi, vecchio o giovane che sia, riconosce immediatamente come vera. La scuola deve necessariamente riprendere il suo ruolo di formazione e preparazione perché non è possibile che 7 studenti su 10 hanno l’insufficienza in almeno 4 materie. Il ministro dice: “i dati del primo quadrimestre dimostrano quale lavoro straordinario la scuola debba mettere in atto perché entro giugno si recuperino il più possibile queste insufficienze: sono numeri che, oltre a far chiarezza, illustrano anche lo sforzo che alunni e docenti saranno chiamati a fare nei prossimi mesi in quanto, a fine anno, di solito le insufficienze si dimezzano. E' del tutto evidente comunque che ci troviamo di fronte ad un problema serio ed è questo il motivo per il quale è stata data priorità assoluta, anche in termini di risorse economiche, alle azioni per supportare l'impegno delle scuole". La scuola elementare è stata sempre quella che le riforme le ha attuate e bene o male resta un’isola felice, ma fino a quando? Oggi succede che si esce dopo tanti anni dalla scuola senza «conoscere», nel senso tecnico del termine, senza padroneggiare, senza aver «fatto proprio» nulla di quello che si è studiato. Se ne accorgono bene i genitori (per non parlare dei nonni) quando vogliono aiutare i figli a fare i compiti, anche delle elementari. È sufficiente una domanda sulla superficie di un poligono o sul congiuntivo di un verbo a mandarli in tilt. Inutile cercare le colpe: non è colpa di nessuno. È passato il tempo, è cambiata la società, è cambiato il modo di vivere e la scuola è rimasta fuori dalla storia, fuori dalla realtà. Tanti ministri di buona volontà si sono succeduti, ognuno con la propria riforma, ma nessuno ha avuto il coraggio di una rivoluzione. Per questo il risultato è stato sempre quello che non poteva non essere: terapie su un cadavere. Vi lascio augurandovi buon riposo e ci risentiremo a settembre con alcune mie proposte per le elementari. Compito per l’estate: Non dovremmo mai dimenticare, prima di riflettere sulla valutazione, come sono i/le nostre/i bambine/i quando entrano in prima elementare, quali sono le loro prime richieste, cosa considerano prioritario. E’ veramente l’apprendere come lo intendono alcuni fra noi adulti (obiettivi, unità di apprendimento, verifiche…) che li interessa e li fa crescere? Va condivisa da noi docenti delle elementari e dai bambini nel rapporto insegnamento/apprendimento la preoccupazione per i risultati dell’istituzione- propaggine del ministero? Meditate gente, meditate.
P.S: 30 anni di insegnamento: senza mettere nemmeno una nota sul registro. Fare i nomi qui non si può, perché ce ne sono più di quel che si creda. Ma un albo d'oro di questi insegnanti, autorevoli, generosi, severi, preparati, lo si dovrebbe istituire. Per affidare loro, prima che se ne vadano tutti in pensione, le nuove leve. Perché può essere bello farsi rubare i segreti di un mestiere, se lo si è amato. GIOVANI APPROFITTATENE, non costa niente, altro che corsi aggiornamenti!