Vernacolese

sabato, febbraio 10, 2007

L’ORIENTAMENTO: PROCESSO FORMATIVO NECESSARIO

Anche se la Riforma Moratti è stata sospesa, e il tutor, insieme al portfolio sono ormai un ricordo, l’Orientamento rimane un argomento, secondo me, che va preso e tenuto in considerazione. In una società, in cui i cambiamenti avvengono repentinamente, si ha l’esigenza di riconvertire il sistema delle professioni. Questo avviene anche nella scuola. Un maestro/a, un professore/ssa devono avere maggiori competenze, disponibilità al cambiamento, capacità innovativa,
flessibilità, capacità creative e orientative e infine abilità comunicative. Oggi gli educatori, secondo il mio modestissimo parere, ma dettato da trent’ anni di “trincea”, devono acquisire professionalità e competenza perché un bambino o un ragazzo sono frastornati e incerti: è proprio l’incertezza che provoca disorientamento perché le certezze sono poche.
L’orientarsi è una dimensione fondamentale dell’uomo, tutti si orientano, fanno delle scelte dal bambino all’anziano e accompagna l’ uomo per l’intero corso della vita. Sostiene Kierkegard che “l’uomo è solo nella sua singolarità angosciato dalle contraddizioni che la vita gli offre, ma proprio per questo apre all’uomo tutte le possibilità, e la libertà di scelta”.
Orientarsi dunque è una dimensione fondamentale del comportamento umano, ci si orienta quando affrontiamo un viaggio, quando si cerca un lavoro, quando si scelgono gli amici, quando si fa una scelta politica ecc…
Da qui il ruolo della scuola che deve avere, come obiettivo principale, lo sviluppo delle potenzialità della persona umana. Voi mi direte che lo si faceva anche prima della Moratti, è vero! Ma lo si faceva veramente? Sempre parlando per esperienza personale sostengo che la maggior parte degli insegnanti non lo faceva e non lo fa tuttora. Quindi non è un problema politico come si è voluto far credere per mandare a casa la Moratti, ma una scarsa volontà di rimettersi in competizione.
La scuola, oggi, non è più quella dell’insegnare a “far di conto”, ma una guida per aiutare le famiglie rimaste sole ad educare i figli. Lo vedo tutti i giorni. Potrei aprire un consultorio nella scuola. Non è difficile e non è nemmeno traumatico cambiare e adoperarsi, basta un po’ di buona volontà. Ne siamo capaci? Io credo di si, perché sapendo chi abbiamo davanti non esiteremmo a rimboccarci le maniche e mettere in atto le tipologie di interventi che sono veramente attuabili come per esempio: - educare alla scelta - a saper gestire l’incertezza – rafforzare l’identità personale e il senso della realtà – valorizzare l’esperienza e le attitudini, le capacità e gli interessi del bambino – educare al lavoro e al senso critico e per finire ricostruire la valutazione e i curricoli privilegiando le conoscenze e le competenze più significative dell’allievo. Quindi il Portfolio lo vedevo bene e come lo avevo strutturato, era uno strumento agile, ma significativo e che avrebbe accompagnato l’allievo per i cinque anni dell’elementare. La pravacy è stata un’ invezione dei sindacati dai quali dipendiamo in maniera molto sconcia. Ci hanno rovinato l’esistenza e hanno sempre deciso per noi, pecorelle da giudare. Cari colleghe/i, la circolare ministeriale del ’97, quindi riforma Berlinguer, afferma esplicitamente di prefigurare l’attività di “orientamento quale componente strutturale di ogni persona lungo tutto l’arco della vita”….”Compito della scuola è garantire, a chi la frequenta, lo sviluppo di tutte le sue potenzialità e di orientarsi nel mondo in cui vive al fine di raggiungere un equilibrio attivo e dinamico con esso”…Per poter far ciò è necessario che l’orientamento diventi elemento strutturale del Processo Educativo, l’approccio sistematico e trandisciplinare, attualmente, è quello che risponde meglio alle esigente orientative provenienti dal mondo della scuola e del lavoro. Le OSA che ho messo in cantiere, mi hanno dato la possibilità di verificare sul “campo” le Indicazioni Nazionali. Dopo due anni di lavoro posso affermare che è stata un’ esperienza molto positiva che mi ha ricaricato, essendo un po’ scaduto nel tran – tran della monotonia dopo anni di ripetizione dello stesso lavoro e dello stare a contatto con alcune colleghe che non accettano il nuovo perché aspettano …la pensione.
Alcune hanno persino cercato di farmi ritornare nella monotonia facendo intervenire il Dirigente: non ci sono riuscite. Cosa più importante e significativa è stato il rapporto con le famiglie, sono rimaste molto soddisfatte del lavoro e ancora oggi, in terza elementare, continuano a partecipare con lo stesso entusiasmo del primo anno. Per concludere, rilevante è stata la crescita degli allievi: sono autonomi, prendono decisioni da soli, hanno acquisito una manualità da far invidia ai migliori artisti. Sono sereni, gioiosi e chiassosi, mugugnano quando la scuola chiude. In attesa delle grandi novità del ministro meccanico, che invece di usare il bisturi, a lui più confacente essendo medico, vuole usare il cacciavite auguro un sereno e proficuo anno scolastico. Pongo sempre la solita domanda finale: “Come può un dottore riformare la riforma Moratti? Riuscirà il nostro eroe a fare i grandi cambiamenti promessi senza sconvolgere la vita pacifica degli insegnanti?
P.S. da un’inchiesta dell’ OCSE sul disagio giovanile, alla domanda: “ qual è il luogo dove non vorresti mai andare?” Il 30% ha risposto: “la SCUOLA”.