Vernacolese

lunedì, aprile 02, 2007

FUMO, COCA, ALCOOL…

Che bello è farsi una sniffata, una tirata di coca, che estasi fumarsi una bamba, che bello!
Giovani italiani, di tutte le contrade, studenti, lavoratori, chirurghi, camionisti, industriali, sniffate, fumate pure, tanto non c’è problema, anzi è “IN” Se non lo fai sei escluso dal circolo, dall’associazione, ti guardano come un animale raro, come uno zombi che vaga solitario per le strade. Ti isolano, tu non vuoi essere isolato? Allora, dai buttati. Non c’è problema. Adolescenti sempre più precoci, anche nel male. Si è abbassata l'età dei ragazzi che fumano spinelli. Da diciassette si è passati a 14 anni e mezzo; a denunciarlo, dopo un sondaggio, è stata l'associazione Saman. A preoccupare è il fatto che i quattordicenni non fumerebbero uno spinello ogni tanto, ma abitualmente. Ben il 50,4% ne fa un uso costante. I padri e le madri? Lo sanno, anche se sbagliano però la percentuale. Dal sondaggio risulterebbe che papà e mamma s'illudono spesso sui comportamenti dei figli: stimano che solo il 38,3% dei giovanissimi faccia uso di spinelli. E credono che il 55% li abbiano provati solo una volta. I giovani intervistati ammettono che un ragazzo su due è un consumatore abituale. Ed è confrontando l'età in cui ha iniziato ad avvicinarsi alla cannabis il campione degli adulti intervistati e quello dei giovani che l'associazione ha scoperto che l'età si è abbassata da 17 a 14 anni e mezzo. Ma come la pensano quando si discute della pericolosità della cannabis? Insospettabilmente si scopre che non solo i giovani, ma anche gli adulti ritengono che non sia particolarmente dannosa. Ma perché si «fuma»? Genitori e figli al proposito sono d'accordo: prima di tutto per imitazione, poi per sentirsi parte del gruppo, per divertimento, per sballo, perché va di moda e perché lo fanno tutti. Lo fanno tutti? Io non credo che lo fanno tutti. Secondo me la maggior parte è cosciente del danno che provoca la sigaretta o la coca. La maggior parte rifugge da questo modo di essere “in”. Si trova “altri giochi” per passare la giornata, per uccidere la noia. Si impegna nello sport, nel sociale, nei circoli culturali dove si confrontano e “creano”. Cari giovani lasciate stare stà porcheria. Confidatevi con i vostri genitori e parlatene, siete ancora in tempo. Voi, giovani impegnati accogliete questi ragazzi “depressi” coinvolgeteli, fateli sentire importanti, necessari. Oggi è giusto che tutti si diano da fare. La famiglia non può essere lasciata sola, ha bisogno di aiuto. Tempo fa parlavo di un triangolo: famiglia – scuola – società. Un lato è complementare dell’altro. Molte sono le responsabilità della società che dà i modelli da seguire, ma sono anche le persone che danno un cattivo esempio.
L’ ottuagenario on. Emilio Colombo, intervistato dal Corsera si è indignato che il giornalista, tra le altre cose lo ha definito cocainomane, e se un genitore, che ha problemi di droga con il figlio, cosa deve rispondergli che anche un senatore si droga e che la cocaina non deve poi far così male se un senatore a vita la consuma abitualmente ed è arrivato bello arzillo a 87 anni e tutti lo stanno ad ascoltare e a riverire. Anzi, forse fa persino bene, visto che lei ne ha propugnato l’uso «a scopo “terapeutico”» e nessuno s’è permesso di sollevare dubbi sulla sua idoneità psichica a ricoprire la carica conferitale dal capo dello Stato. Arriviamo addirittura alla farsa, quando un ministro dell’attuale governo propone di comprare l’oppio dai talebani nella speranza che finisca la guerra in Afghanistan. Egregio signor ministro a vita, il sottoscritto non l’ha mai stimata, anche quando era in auge, anche quando l’aspettavamo, infreddoliti, fino a mezzanotte per sentire il suo verbo, anche quando erogava miliardi per far partire il treno degli emigranti per Torino e Milano... Lei è il “cattivo esempio per i giovani” e anche per quelli quasi sessantenni che la omaggiavano per i vari ruoli che ha ricoperto nella sua fulgida carriera di parlamentare. Sono stati rinviati a giudizio i suoi autisti ( guardia di finanza), ma non condannati per vizio di forma, per fortuna. Ma quando si ritirerà in un convento per non uscirne più e smetterla di consumare i soldi dei contribuenti per farsi sbarellare da una parte all’altra per mantenere su un governo moribondo…? Purtroppo non c’è solo Colombo a fare scuola per questa pratica omicida del cervello. Faccio un appello ai genitori: state vicino ai vostri figli, ci sono dei campanelli d’ allarme per accorgersi che vostro figlio fa uso di droghe, consigliatevi, non nascondete il dramma tra le mura domestiche, questa è una piaga che ci coinvolge tutti. I vostri figli sono i nostri figli. Dobbiamo ritornare a fidarci degli amici, delle istituzioni, della Parrocchia (dove funziona e tiene a cuore il futuro dei giovani). Non può averla vinta Bin Laden e il Cartello di Medellin. La politica può e deve sconfiggere questa piaga, ma solo se si è uniti, è inutile mettere avanti le contrapposizioni, bisogna lavorare su ciò che si è d’accordo, destra e sinistra insieme. Solo così possiamo essere sicuri di farcela. Vi ricordate quando, anni fa, a Moliterno andava di moda il famoso detto: “A ia risisti!” Adesso, cari amici, per resistere, bisogna combattere.
“E come disse il grande noglobal CARUSO, ministro (per nostra disgrazia) della Repubblica, sic!: una canna al giorno toglie il medico di torno”.

1 Comments:

At 11:59 PM, Anonymous Anonimo said...

La realtà dei fatti è che, con questa politica proibizionista e quindi lassiva, il cartello di Medellin si ingrassa e Bin Laden si finanzia. Meglio una sana e onesta regolamentazione, senza moralismi inutili e inefficaci.

 

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