Vernacolese

lunedì, gennaio 28, 2008


E BRAVO Mortadella, sapete quanti amici, tutti emiliani hanno fatto parte dell’impero Romano? Vediamone alcuni: Franco Neppi, avvocato bolognese e amico del Professore, nominato presidente di Patrimonio dello Stato, la società facente capo al Tesoro e incaricata di alienare gli immobili pubblici. Il governo Prodi a fine 2006 l’ha portata nell’orbita di Fintecna della quale era consigliere proprio l’avvocato Neppi. Quest’ultimo è stato per anni il legale dell’ex presidente del Bologna Calcio, Giuseppe Gazzoni Frascara, e, su chiamata dell’ex presidente della Provincia Vittorio Prodi (fratello di Romano e ora eurodeputato), ha fatto parte del consiglio di amministrazione di Seabo, la società che gestisce l’aeroporto felsineo. Tra le designazioni che Vittorio Prodi fece durante il suo mandato ci fu anche quella di Paolo Salizzoni, agente generale Ina a Casalecchio di Reno, nel consiglio di amministrazione dell’Interporto.Paolo Salizzoni da poco è entrato nel Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica di Palazzo Chigi. In quella sede si trova fianco a fianco con un altro prodiano di ferro, il sottosegreario Fabio Gobbo, già collega di università di Flavia Franzoni Prodi e discepolo di Beniamino Andreatta. Paolo Salizzoni invece è nipote di Angelo Salizzoni, braccio destro di Aldo Moro.Poi c’è Marco Patierno, ulivista militante, docente all’università di Bologna e coordinatore del Centro regionale per la formazione e ricerca in medicina generale presso l’Agenzia sanitaria della Regione Emilia Romagna. Nel 2006 Marco Patierno è entrato nel Consiglio superiore di Sanità, organismo consultivo del ministero guidato da Livia Turco. Un altro illustre è il presidente dell’Enel, Piero Gnudi, già alla guida dell’Iri. Commercialista di spicco nel capoluogo emiliano, il suo nome è stato fatto più volte nelle ultime settimane come uno dei papabili alla presidenza Eni. Gnudi in passato è stato componente del cda del colosso petrolifero, ma la presidenza è l’ultima carica mancante nell’albo delle grandi aziende di Stato. Infine, ci sono Luciano Sita, presidente di Granarolo, impresa lattiero-casearia con un piede in Legacoop e l’altro in Confcooperative. L’altro è Stefano Borghi, ex presidente di Confindustria Bologna, imprenditore del settore tlc, azionista e presidente dell’editrice del dorsetto bolognese del Corriere. Non vi meravigliate, c’è ancher il cosiddetto vicino di casa del Professore, Angelo Tantazzi, presidente di Borsa Italiana e fondatore di Prometeia. Ancora non è finita cari sinistrati di sinistra che date il voto a vostro discapito: Angelo Rovati, alter ego di Prodi, ha voluto rispondere in maniera diretta alle critiche mosse in questi ultimi venti mesi al sistema di potere prodiano. Ha detto: «La devono smettere di dire che la gente fa perché c’è Prodi», ha osservato riferendosi alle amicizie «bancarie» dell’ex premier. Ma è un dato di fatto che la crisi abbia messo i bastoni tra le ruote a tutto questo piccolo universo di intrallazzatori, altro che vecchia D.C….la storia continua perché prima di lasciare definitivamente, il Bolognese vorrebbe elargire cariche pubbliche molto importanti tipo ENEL, non so se mi spiego. Ecco perché dico che, quando cambia un governo, devono sloggiare tutti i dirigenti piazzati dal precedente. Così ognuno si assume responsabilità dirette e la macchina burocratica si snellisce automaticamente. Questo ed altro è riuscito a fare TORTELLUM FELSINEUS alias Mortadella. Quanto tempo ci vorrà per rimettere le cose a posto? Avrete ancora il coraggio di lamentarvi di Berlusca & C?