Vernacolese

domenica, gennaio 06, 2008


Il tariffario di Azouz per foto e interviste
Io non sono contro di lui, ma voi, onestamente, lo accettereste in casa? Azouz non è più uno spacciatore sconosciuto. È famoso, è un personaggio mediatico. È il marito e il padre delle vittime di un delitto orrendo. Anche in quei giorni, il suo telefono è sotto controllo. Sotto controllo rimane nei mesi successivi. E i finanzieri che - nel chiuso delle sale ascolto - intercettano, registrano e trascrivono le sue telefonate, si trovano davanti a un uomo nuovo. Un uomo che si trova a fronteggiare l'assalto dei media. E che davanti a quell'assalto sembra trovarsi - per quanto doloroso sia ammetterlo - a suo agio. Azouz, ha cercato di guadagnarci su. Spesso e volentieri ci è riuscito.Così, da tempo, si diceva tra i giornalisti: e sembravano malignità, pettegolezzi che andavano a infierire su un uomo già tanto provato dalla sofferenza. Ora, invece, le intercettazioni della Finanza raccontano che è tutto vero, che Azouz - magari spinto dalla necessità, dal processo incombente, la vita devastata, le spese legali - ha trasformato in un piccolo business il suo ruolo di parente delle vittime. Nelle intercettazioni realizzate dagli investigatori c’è accanto alla storia dell’Azouz venditore di droga anche l’Azouz che vende il suo dolore: con tanto di tariffario, un tot per un’intervista, un tot per una rivelazione esclusiva. Un tot per la foto di Raffaella e Youssef da vivi. Un tot per la foto di Raffaella e Youssef da morti.