Vernacolese

sabato, febbraio 10, 2007

Vivi come se tu debba morire subito, pensa come se tu non debba morire mai
Giorgio Almirante.

LA PROFESSIONALITA’: L’INSEGNANTE PROFESSIONISTA

Noi insegnanti siamo una categoria particolare nel contesto delle altre categorie di operatori della scuola e del pubblico impiego. Infatti noi ci riteniamo dei professionisti perché giustamente lo siamo essendo una professione difficile che ha bisogno di una continua formazione, approfondita e aggiornata. Purtroppo non è un’idea scontata per tutti. La professionalità non è scontata perché l’aggiornamento della nostra categoria è molto scarso e quando c’è stato, spesso è stato “inutile” in quanto non si è potuto e voluto applicare ciò che di nuovo si è appreso. I vari corsi di aggiornamento fatti nel corso di una carriera dovevano servire a soddisfare soprattutto le esigenze degli alunni, i maggiori beneficiari dell’insegnamento, ma poco è successo, poveri sono stati i risultati e ciò lo si deduce dalla scarsa preparazione degli alunni e dai risultati degli esami di Stato: un diplomificio ovvero abbiamo un “parco” giovani intelligentissimi e preparati ad affrontare qualsiasi tipo di facoltà universitaria. Non è così, mi dispiace deludervi. Al contrario abbiamo il minor numero di laureati rispetto agli iscritti. 30 su 100 si laureano, di questi solo 10/15 sono ritenuti all’altezza della loro laurea. La situazione è catastrofica considerando che l’Europa si è allargata a 25 Stati, alcuni dei quali molto poveri e arretrati rispetto alla nostra economia, ma che hanno una volontà di emergere che a me fa paura. I giovani Lituani, per esempio studiano come matti e nel loro tempo libero si ritrovano in pub dove sono collegati via Internet con tutto il mondo, tanta è la loro voglia di “arrivare” agli standard dei giovani della vecchia Europa. Noi ancora siamo allo stadio primitivo cioè si discute che tipo di scuola proporre ai nostri giovani. Il sottoscritto è stato sempre convinto che la politica non doveva entrare in maniera così dirompente nella scuola. Bisognava accettare le sfide tecnologiche e formative senza badare al colore politico di chi le proponeva. Ahimè! Non si è avuto niente né l’aumento di stipendio né una linea nuova per la scuola, salvo la nuova commissione di esami, che detto tra di noi, sottovoce, non cambierà nulla come pretende il ministro Fioroni. Figuriamoci se un professore ha il coraggio di bocciare un alunno che ha portato avanti per 5 anni a furia di tre o quattro debiti a materia e poi alla fine lo boccia. Mi sembra assurdo. Il diplomificio continuerà a sfornare tranquillamente menti eccelse, fino a quando non si prenderà coscienza di un cambiamento radicale di mentalità da parte degli operatori scolastici. Pensate un po’ che ho colleghe che strappano un disegno del bambino perché non l’ha fatto come diceva lei. Ho colleghe che ancora oggi si rivolgono ai bambini con un tono autoritario, quasi di sfida, come se volessero dire:- Adesso ti faccio vedere io! - Ci sono colleghe che hanno costretto un bambino ad andare dallo psicologo. Ci sono bambini che una volta usciti dalla scuola elementare, non vogliono più sentir parlare delle loro maestre. Ecco, saranno una minoranza, ma che incidono sulla professionalità di una categoria
"Se non diremo cose che a qualcuno spiaceranno, non diremo mai la verita'"