Vernacolese

mercoledì, maggio 09, 2007

PERCHE’ UN MAESTRO DECIDE ALL’IMPROVVISO DI SCENDERE IN CAMPO?
Lo spiego subito e senza tanti giri di parole perché il sottoscritto, non deve andare né a Roma e nè a Bruxelles: deve continuare a vivere a Todi, sua seconda patria e continuare a fare quello che sta facendo: il maestro. Il mio pensiero è rivolto ai genitori e agli educatori. La data di scadenza del prodotto è già scaduta. Dunque, è ora di assumerci le nostre responsabilità, non si incarica più nessuno, togliamo la testa da sotto la sabbia, sediamoci e organizziamoci. Culture diverse sono alle porte, dobbiamo conoscere, sapere, incontrare e accettare, ognuno nel rispetto dell’altro.
Ho deciso di di scendere in campo perché oltre a sentirmi tuderte, a tutti gli effetti, svolgo una professione che mi ha permesso di venire a contatto diretto con il “popolo” che lavora, che produce, che ha a cuore, la famiglia, l’educazione dei figli…ma anche, purtroppo, con situazioni che mi fanno riflettere.
I nostri figli hanno bisogno solo di due cose: amore con la A stampata e di una guida (padre e madre). Basta, poi fanno tutto loro, perché sono svegli, hanno un’intelligenza sviluppata, perché continuamente sollecitata. Qui entra in gioco la Scuola. Ho sempre cercato di dare sempre due cose agli allievi: le radici e le ali. Oggi l’apprendimento scolastico è solo una delle tante esperienze di formazione che i bambini e gli adolescenti vivono e per acquisire competenze e proprio per questo la scuola non può e non deve abdicare al compito di scoprire la capacità degli studenti. Le finalità della scuola devono essere definite a partire dalla persona che apprende, con l’originalità del suo percorso individuale. La scuola persegue una doppia linea formativa: verticale e orizzontale. La linea verticale esprime l’esigenza di impostare una formazione che possa poi continuare lungo l’intero arco della vita; quella orizzontale indica la necessità di un’attenta collaborazione fra la scuola e gli attori extrascolastici con funzioni a vario titolo educative: la famiglia in primo luogo.
Non dobbiamo dimenticare che fino a tempi assai recenti la scuola ha avuto il compito di formare cittadini nazionali attraverso una cultura omogenea. Oggi, invece, può porsi il compito più ampio di educare alla convivenza proprio attraverso la valorizzazione delle diverse identità e radici culturali di ogni studente. Per educare a questa cittadinanza unitaria e plurale ad un tempo, una via privilegiata è proprio la conoscenza e la trasmissione delle nostre tradizioni e memorie nazionali: non si possono realizzare appieno le possibilità del presente senza una profonda memoria e condivisione delle radici storiche. A tal fine sarà indispensabile una piena valorizzazione dei beni culturali presenti sul nostro territorio, proprio per arricchire l’esperienza quotidiana dello studente con culture materiali, espressioni artistiche, idee, valori che sono il lascito vitale di altri tempi e di altri luoghi. Ecco , dunque la necessità di porre attenzione alle problematiche della scuola, non è possibile tenere per 7 anni un’ aula con 8 computers inutilizzabile perché due amministrazioni non sono riuscite a sistemare e rendere accessibile questa aula! Si parla tanto di progetti, ma per nove anni cosa hanno fatto? Si hanno “fatto” cose che qualsiasi amministrazione avrebbe messo in cantiere. Perciò, governare Todi non può essere una proposta “calata” dall’alto, come spesso avviene, ma deve essere frutto dello studio e del lavoro comuni. Fare politica, almeno a livello cittadino, significa amare questa nostra città e lavorare per consegnare a voi, ai nostri figli, ai nostri ragazzi una città a misura d’uomo, vivibile, in cui è possibile incontrarsi in luoghi decenti e puliti, in cui tutti hanno realmente gli stessi diritti e gli stessi doveri. Ecco perché non si deve più pensare alla politica come ad un qualcosa che deve essere esercitato dai soliti “esperti”, che della politica hanno fatto una professione in tutti i sensi. Queste mie riflessioni sono alla base di un programma, che se verrà da Voi “accettato” vedrà coinvolta l’intera comunità : lavoreremo tutti. Cari colleghi, aiutiamo questi giovani a crescere! Vi auguro di vivere serenamente questa campagna elettorale, cercando di non far scadere la politica in un “caravanserraglio”. Ricordatevi che a Todi si batteva moneta, quando Roma, ancora non esisteva… scrivetemi: antonio.germino@libero.it
…”vota Antonio, vota Antonio…”
GERMINO ANTONIO lo trovate nella lista di: FORZA ITALIA
«Se tutto il mare fosse inchiostro... se tutte le canne fossero penne... se tutte le nuvole fossero carta... e se tutti gli uomini fossero scribi... Non basterebbero a raccontare il danno che sta facendo la sinistra all’ Italia»