Vernacolese

sabato, ottobre 18, 2008


A questo punto lasciamo stare la Riforma Gelmini, non ne parliamo, parliamo invece su un fatto su cui c'è poco da ridire, sulle iniziative inventate negli ultimi giorni, come le notti bianche a scuola, tra pizze al trancio, giochi di gruppo e disegno libero, mentre i dibattiti impegnati stanno sullo sfondo, là in fondo, dentro la palestra, con genitori e maestre. Per i bambini, se non hanno a che fare con adulti fanatici e incoscienti, l'esperienza si risolve più o meno in un simpatico gioco.
Altra cosa, tutta un'altra cosa, è il corteo. Se non ricordo male, noi siamo quelli che giustamente compatiscono i nostri padri per quei loro avvilenti sabati in divisa da balilla, tanto tempo fa. Siamo quelli che giustamente provano un sano odio per tutti i regimi subdolamente impegnati nell'indottrinamento dell'infanzia, nel Sud come all'Est del mondo. Cioè: siamo quelli che doverosamente, civilmente, sensibilmente si ribellano all'uso improprio, qualunque uso, dei bambini. Improvvisamente, in queste ore, la nostra tremula ipersensibilità evapora, in nome di una battaglia ritenuta decisiva e fondamentale. Nessuno lo discute, che sia fondamentale: il problema è se sia accettabile mandare avanti i bambini. Solo questo. Sarò di un altro tempo e di un altro pianeta, ma secondo me no, non è accettabile. Resto dell'idea che i grandi debbano fare i grandi e i piccoli debbano fare i piccoli. Senza nessuna accelerazione. Senza ambigui scambi di ruoli.
Torno allora cocciutamente alla domanda: siamo sicuri che sfilare in questi cortei, tra cori belluini e incitamento alla lotta pura, sia così innocuo e giocoso? Prima però di rispondere a questa domanda, forse sarebbe utile e salutare rispondere onestamente a un'altra, che in definitiva le sovrasta tutte quante. Questa: portandoli in corteo, stiamo facendo il loro bene o il nostro interesse?
Io una risposta ce l'ho. Non sto a ripeterla. Colgo solo l'occasione per ricordare un'antica teoria: i bambini sono una cosa bellissima, il guaio è che col passare del tempo diventano genitori.
Rispondetevi da soli: ma la scuola così com’è vi sta bene? Ma l’Università funziona? Vi sta bene che i nostri ragazzi siano sempre gli ultimi nelle classifiche internazionali per la loro preparazione? Ha senso, in questi giorni di ruvida contestazione stradale, mandare avanti i bambini? È poi così normale portarseli in corteo, cartellonarli sotto slogan rabbiosi, invitarli al coro col pugno proteso, dotarli di megafono?