Vernacolese

domenica, gennaio 04, 2009


Di Pietro, in politica, porta avanti un solo valore: l’onestà al mille per cento, una diversità antropologica rispetto all’Italia dei furbetti, il disinteresse assoluto verso qualsiasi potere o privilegio, una luterana concezione del denaro come sterco del demonio. Non c’è altro, nel pensiero di Di Pietro. Non un’ideologia, non una strategia economica, non una visione sulla politica internazionale, sulla scuola, sulla cultura, su qualsiasi questione etica che non attenga al settimo comandamento. Onestà, onestà, onestà, ripete. Quest’uomo, per onestà intende solo il non prendere tangenti, il non interferire sugli appalti. Un’onestà di cui egli stesso si dice paladino, se non addirittura incarnazione. «Noi», ama ripetere, «siamo l’Italia dalle mani pulite». E dunque. Quando un uomo - anzi, un politico - esige la purezza assoluta dagli altri, non può sottrarsi a che la sua condotta sia passata al setaccio con la più severa intransigenza. Ma lui pretende che no, su di lui non si avanzino dubbi, addirittura che di lui non si parli. COMMENTATE!