Vernacolese

giovedì, ottobre 01, 2009


BUON ANNO AGLI STUDENTI
Primo giorno di scuola. Comunque la si metta è un giorno strano e sempre nuovo. Sono uscito alle 7.40 per accompagnare consorte e figlio alle rispettive scuole e alle 8,00 sono entrato nella “mia” scuola. Qualcuno mi accusa che uso spesso “mio/mia. Dire “i miei alunni”, per esempio, suona male, perché qualcuno pensa sia il proprietario dei bambini. Non passa per la mente che diventa un fatto affettivo: è come se dicessi “mio figlio”. Con i bambini è così, per me che ho dedicato anima e corpo a loro. Sono un entusiasta cronico del mio mestiere perché da giorni ho vissuto una entusiasta e impaziente attesa del nuovo inizio, (eccetto qualche imprevisto). Semplicemente, si impone il fatto che il primo giorno di scuola è il giorno dell’incontro con delle facce.
La quasi totalità degli allievi esce di casa perché deve farlo e ha ben chiaro che deve passare molte ore in un luogo ove occorre ascoltare, dove si è sollecitati ad apprendere anche facendo fatica. È inoltre un posto dove vigono delle regole e si pone un’autorità, senza incutere timore. Cari giovani, non paragonate a Hitler il Dirigente che ha “rispolverato” il regolamento d’istituto, nel tentativo di rimettere ordine nella vita della scuola. Proporsi di far rispettare le regole e creare un clima di lavoro sereno e condiviso può essere considerato da alcuni un intervento autoritario e formale. Il valore di una regola di vita scolastica è, in sé, identico a qualsiasi altra regola che viene data e condivisa. È, insomma, paragonabile al divieto di fumo nei locali pubblici o al rispetto di un limite di velocità. La differenza è che si tratta di scuola, cioè di un luogo nel quale attori diversi si impegnano in un percorso formativo ed educativo e non è facile immaginarsi in un’aggregazione di persone che si muova senza regole. Io cercherò, come ho fatto sempre, di non rendere “pesante” questo tempo. Questa nuova generazione di bambini non è nè peggiore e né migliore della precedente. Ecco perché il primo giorno di scuola è sempre una novità. Per me è la scoperta delle nuove facce che saranno il mio mestiere. E la mia faccia dovrà veicolare qualcosa di così straordinario che se ci si ferma a pensarci un secondo non si può poi che convenire sul fatto che l’insegnamento sia il mestiere più bello del mondo. Cercherò di rendere testimonianza a loro che via sia una profonda convenienza a diventare adulti. Auguro a tutti gli “addetti” ai lavori un anno sereno, alle famiglie dico di seguire i figli con la dovuta attenzione, alle istituzioni chiedo che ci aiutino a rendere ogni giorno dell’anno bello come il primo giorno di scuola. A volte, noi docenti, vorremmo chiedere un aiuto in questo senso. Vorremmo che la politica, le istituzioni, il mondo sociale e soprattutto le famiglie ci aiutassero in quello che facciamo. Ora la campanella è suonata e ci ricorda che delle facce ci aspettano. E che abbiamo qualcosa di importantissimo da fare.


2 Comments:

At 4:24 PM, Anonymous adestra said...

I tuoi allievi sono fortunati e spero per loro che lo comprendano.
Un saluto

 
At 5:21 PM, Blogger argo50 said...

Grazie, ti sembrerà strano, ma loro lo comprendono benissimo. Basta essere onesti e trattarli come se fossero tuoi figli, tutto qui. Ciaoa

 

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