Vernacolese

martedì, ottobre 21, 2008

Città modello, università modello. A Siena hanno sempre esibito il proprio ateneo come una gloria nazionale, con i suoi 768 anni di storia e con il primato qualitativo - certificato dal Censis - tra le università medie d’Italia (meno di ventimila studenti). Non troppo grande e non troppo piccola, sede nel bellissimo centro di una delle più belle città italiane: praticamente una bomboniera. Un gioiello di famiglia in quella terra baciata dal genio e dalla sana amministrazione che è la Toscana, dove notoriamente la politica è buona e gli amministratori virtuosi, dove partito e banca amica, il Monte dei Paschi, insegnano al resto d’Italia come si mandano avanti le cose per la gioia comune di popolazioni felici.
Quasi 150 milioni di euro: questo l’abisso aperto sotto i piedi dell’università modello, cuore culturale della città, gestita da sempre con i criteri illuminati della parte giusta, e bla-bla, e bla-bla, e bla-bla. Negli ultimi anni, l’università pagava 150mila euro annui d’affitto per tre appartamenti, totale 600 metri quadrati, dentro il leggendario Palazzo Chigi Zondadari, proprio su Piazza del Campo. Cosa vuoi: servivano ad accogliere una cinquantina di illustri ospiti durante le giornate del Palio, che si corre proprio lì sotto al davanzale. Vogliamo negare una finestra vista Palio all’eminente ospite? Vogliamo uscirne col braccino corto, proprio noi della prestigiosa università di Siena? Peccato, un vero peccato, che sia sempre denaro pubblico: l’università è statale, il buco è di tutta quanta la collettività. Domanda facile facile: quante Siena ci saranno? Usciranno dopo che è andata in vigore la Riforma Gelmini, così accolleranno il fallimento a questo governo che ha tagliato i fondi. Per fortuna, gli Italiani non ci cascano più.