Vernacolese

sabato, agosto 30, 2008


CARI EX ALLIEVI….E NON
Cari ex allievi, oggi quanti siete? 1300/1500? Più o meno. Dopo 32 anni della mia presenza nella scuola, tra doposcuola, scuola serale, supplenze e in ultimo il ruolo vi ho visto passare implumi davanti alla cattedra. Molti si saranno sposati, avranno dei figli e mando loro un affettuoso abbraccio e l’augurio di vivere una vita serena. Però, molti ancora studiano, e a loro voglio “fare” ancora una domanda: “Quante volte abbiamo parlato e discusso sul comportamento da tenere in classe e un domani fuori, nella società? Tante volte, fino alla nausea, vero? Penso che qualcosa sia rimasto nella vostra mente, nel vostro cuore, o avete dimenticato tutto? No, non credo che tutto sia scomparso. Allora faccio appello a quel minimo di ricordo che ogni tanto vi prende, quando insieme agli amici ricordate il vostro maestro, nei bei ricordi, se ve ne ho lasciati e anche in quelli brutti. Chiedo scusa a quelli che non ho saputo capire e comprendere. Mi sono deciso a scrivervi questa lettera perché ho sentito che vi aspettano tempi duri nella scuola, luogo di apprendimento e di formazione. Avete disturbato un’ alveare e creato un vespaio che rischia di tramutarsi in una pandemia. Come alcune mie colleghe avete svegliato il ”can che dorme”. Cavoli vostri adesso! Dovete capire che il telefonino a scuola non vi serve, non è come la calcolatrice, che vi facevo usare di nascosto, quando dovevate fare una verifica. Questo aggeggio, disturba, veramente. Crea una sorta di allergia in chi ascolta quel suono, in un luogo dove regna la massima attenzione per la spiegazione, l’interrogazione che sia. Possibile che quell’intelligenza che sprigionavate da bambini, quando spalancavate quegli occhioni neri dalla gioia, l’avete coperta col velo opaco dell’apatia, della rassegnazione di chi segue la corrente senza remi, perché così fan tutti. No, non ci posso credere! Dimostrate realmente quello che siete, quello che sapete fare, perché siete bravi ragazzi, perché le cose le sapete fare, se vi impegnate. Non fate seccare quelle radici e non spezzate quelle ali che ho cercato di far sviluppare forti e robuste. Non mettete gli adulti in condizioni di nuocervi. Decidete da soli, di come usare il telefonino, non ve lo fate requisire, è mortificante. La mattina, in classe, arrivate, mettete i telefonini sul banco, spenti. Io non credo più alla punizione che era un mezzo, alla mia epoca, di coercizione, di educazione. Oggi essere puniti, anche solo verbalmente, per un telefonino, francamente vi dico che siete degli “stupidotti”, non vi riconosco più come miei ex allievi. Vi voglio confortare dicendo che spesso, chi legifera, agisce come quel dottore che per non avere la pazienza con il “paziente”, gli estirpa il dente anche quando si poteva curare. Molto spesso queste persone non sono state mai dietro una cattedra, sono bravi pedagogisti, psicologi, studiosi del comportamento umano, ma…ma non sono stati 20 anni dietro di voi, a sgridarvi, a premiarvi, ad ascoltare i vostri problemi, a cercare di risolverli. Bisogna punire! Bisogna estirpare il male del bullismo! Si rischia addirittura la promozione, caro bullo! Ma li devi capire, si tu, devi capire loro. Perché loro non sanno. Non conoscono il tuo mondo, il “perché” sei bullo. Loro, zac! Si taglia. Ma il problema resta. Oggi avete bisogno di una guida, di un consigliere speciale (l’ex tutor) che vi aiuti a crescere insieme alla vostra famiglia. Aiutateli a farvi crescere sani moralmente, con principi inossidabili a qualsiasi acido. Dimostrando responsabilità e maturità, di cui siete portatori inconsapevoli, non darete così, adito a emanazioni di “leggi speciali” per ridurre la vostra libertà. Perchè di questo si tratta, dando lo spunto ai Consigli d’Istituto, di regolamentare le sanzioni, voi verrete privati della vostra libertà. Vi sta bene? Non credo.
Dimostrate quello che valete, non dite sempre no, a prescindere, guardatevi attorno, individuate chi può “aiutarvi” e tirategli fuori quello che può darvi, perché lo darà con piacere. Volate alto, ragazzi. ANTICIPATELI. Sull’uso di droghe, pasticche…lasciatele stare, anche quelle offendono la vostra intelligenza e vi privano della libertà. Datemi retta, con quei soldi andate a farvi una bella cena accompagnata da un buon bicchiere di vino (due soli). Aspetto anche una vostra risposta. Un abbraccio, il vostro ex maestro.

venerdì, agosto 29, 2008

domenica, agosto 24, 2008

BEN TORNATI AMICI MIEI, INIZIAMO UN NUOVO ANNO SCOLASTICO.

UN AUGURIO E QUALCHE PROPOSTA AL MINISTRO GELMINI
Preg.mo signor ministro.
come insegnante di scuola primaria e soprattutto accanito sostenitore della Riforma, le auguro buon lavoro per il nuovo anno scolastico, aspettando nuove indicazioni. Il precedente ministro ci ha lasciato nella confusione più assoluta, dando ampio spazio a ritorni al passato, litigi e a inutili discussioni. Dopo il riposo estivo, dopo aver meditato sul passato anno, propongo qualche idea: alle elementari lascerei il maestro prevalente, continuerebbe a essere una forzatura andare su due classi e ripetere le stesse cose per l’intera giornata. Troverebbe in totale disaccordo la maggior parte delle mie colleghe che vogliono ritornare al vecchio, stressante e monotono modulo. Non ritengo formativo andare per due ore settimanali nella classe B a insegnare storia o geografia, in nome dell’autonomia. Dalla quarta elementare in poi è indispensabile cambiare del tutto la tecnica dell'insegnamento. Per apprendere in profondità bisogna concentrarsi su poche materie. Si potrebbe ripristinare il “famigerato” voto (da zero a 10) accompagnato da un giudizio a fine quadrimestre. Si potrebbe eliminare il “ promosso” o il “ diplomato” ripristinando il portfolio come strumento valutativo. Arricchirei l'insegnamento dei docenti con lezioni televisive preparate dai più famosi conoscitori di determinati argomenti soprattutto di pedagogia e psicologia per molti colleghi delle superiori, che poco hanno accettato, o accettano le riforme aspettando la fatidica soglia della pensione. Statistica Ocse docet. Per gli allievi che non amano lo studio teorico esistono tanti mestieri che possono essere molto più divertenti che non stare a sentire per diverse ore di seguito una persona che parla. In tutti i casi è indispensabile cercare di risolvere il problema della quasi totale mancanza di insegnanti di sesso maschile, io ne so qualcosa, sono solo, ti aggrediscono quando sbagli, quando critichi, ma loro l’autocritica non la fanno mai. Per me anche loro sono una casta. Le conseguenze della femminilizzazione della scuola sono gravissime: perdita di prestigio e di autorità sia davanti agli alunni, sia come professione; impossibilità per gli studenti maschi di trovare nell'insegnante un riscontro psicologico e un qualche modello di comportamento.
Aumentare gli stipendi, è senza dubbio una buona cosa, ma non servirà da sola a far tornare i maschi nelle scuole, almeno fino a quando non si sarà tolto all'insegnamento l'attuale immagine negativa vice-materna e priva di potere. Un primo passo, però, può darsi che consista proprio nella creazione di un mercato con scuole di eccellenza, che diano giusto valore al merito. Infine, la ridistribuzione dei docenti in esubero in altri incarichi, quali, per esempio, le biblioteche e i musei, attualmente molto poveri di personale. Un’ altra modifica che apporterei è quella di vietare l’alzata di mano in classe per rispondere alle domande della maestra. Per rispondere alla maestra non si dovrà più alzare la mano. Non servirà più essere - spesso soltanto - più svelti e esuberanti. Molto meglio, per l'equilibrio psicofisico del fanciullo, "avere trenta secondi di tempo per pensare" e "potersi consultare con un compagno di banco prima di rispondere". Il sistema di rispondere alle domande della maestra solo dopo aver alzato la mano, in realtà scoraggia e svantaggia i bambini timidi. Lo dimostra una ricerca che ha coinvolto centinaia di studenti con problemi di apprendimento in trentanove scuole inglesi. Secondo la ricerca, sono un vero e proprio esercito i "bambini invisibili" che in classe non intervengono mai e che a causa della scarsa o nulla partecipazione rimangono indietro in matematica e in inglese. Il rendimento di questi "bambini invisibili" contenti di stare ai margini della vita di classe inizia a peggiorare in modo preoccupante a 11 anni. "I bambini timidi - ha spiegato Val McGregor, curatrice della ricerca e professoressa di inglese per 20 anni - non la alzano mai. Aspettano che lo facciano altri e l'insegnante finisce sempre per dare la parola a quello più svelto". E’ opportuno che ai bambini sia dato tempo per riflettere sulla risposta mentre al giorno d'oggi i più competitivi alzano la mano prima di aver pensato a che cosa dire. Le nuove direttive mettono in risalto che importante rimane il ruolo dei genitori: in genere i padri e le madri rallentano in modo significativo l'apprendimento dei figli se mostrano poco interesse per la loro attività scolastica. Inoltre, porrei molta attenzione sulla valutazione del bambino/a. Dovrebbe essere un’attività fatta di attenta osservazione, ascolto dei suoi processi per giungere a soluzioni più o meno adeguate, iniezioni costanti di autostima dentro un sistema di relazioni interpersonali che si intrecciano negli apprendimenti delle varie discipline. Di qui di nuovo entra la necessità dell’utilizzo del portfolio. Valutare dovrebbe significare il nostro coinvolgimento di docenti nelle relazioni per scoprire quali metodologie adottare per far fronte al disagio o alle incomprensioni che a volte nascono proprio da vuoti affettivi formatisi in quella stessa famiglia che dovrebbe compilare il portfolio collaborando con i docenti. Signor ministro, essendo il bambino al centro della scuola, basta valorizzare le intelligenze, creare una didattica centrata sugli apprendimenti e sull’ insegnamento individualizzato. Il risparmio si può fare finanziando pochi progetti con la presenza di esperti, molti di noi sono in grado di “fare” teatro, attività manuali e sportive, oltre al gioco, ripristinerei la vecchia educazione fisica da affiancare ai giochi, cresciamo bambini privi di muscolatura, come supporto alla colonna vertebrale. Con coraggio abbandonare la vecchia didattica ripetitiva, in funzione solo del successo scolastico; così si potranno raggiungere quegli obiettivi che tutti cercano, ma che nessuno è stato capace di raggiungere infondendo negli allievi quella fiducia e quel rispetto che sono alla base di qualsiasi rapporto umano. Bisogna annullare tutto ciò che si fatto e ripartire dalla Riforma Gentile. Per l’Università ridimensionerei il potere acquisito dai baroni professori, che fanno tribolare migliaia di studenti e le loro famiglie solo per preparare una tesi (passano mesi). Darei un’occhiata più profonda alle domande di esenzione delle tasse e farei scaricare dal 730 o 740, il fitto della stanza dello studente, ci sono famiglie che fanno i salti mortali per far studiare ragazzi preparati e volenterosi, applicherei il tanto decantato “prestito d’onore”, manderei a casa i ragazzi che sono fuori corso di due anni. Arduo è il compito che L’aspetta, credo nella Sua forza e voglia di “fare”. Per concludere: allenterei l’abbraccio che stringe la scuola dal blocco sindacale-burocratico.