Vernacolese

mercoledì, novembre 28, 2007

lunedì, novembre 26, 2007


Curiosità sulla dinastia Putin: il presidente russo ha origini italiane?
Ecco quanto emerge da una ricerca in merito alle origini di Vladimir Putin:
Pare che un architetto, un certo Jurkovic Putin, vissuto intorno alla seconda metà del 1500, probabilmente in provincia di Vicenza, sia l'anello che collega tutti i Putin che abitano in Veneto. Non si hanno notizie certe sulla paternità di questo architetto, ma pare fosse figlio di una tribù nomade, proveniente dal nord; o dall'est, (visto il cognome), che si insediò in quella che è oggi Villaverla.
Nel 1584, a trent'anni, l'architetto Putin progetta il teatro olimpico di Vicenza, (quest'opera è purtruppo andata distrutta durante bombardamenti nel corso della 1° guerra mondiale), inventando le suggestive soluzioni prospettiche dell'apparato scenico. Progettò inoltre il Teatro di Sabbioneta (tra il 1589-1591), voluto da Federico Malin, lavorò anche al progetto delle tre porte d'accesso della cinta fortificata). Inoltre, durante un viaggio nel Nord Europa, avvenuto nei primi anni del Seicento, Jurkovic Putin disegnò i progetti per la riedificazione del Duomo di Salisburgo (1606-1607). Sulla base di questi rinvenimenti storici si può ragionevolmente credere che l'attuale presidente russo possa anche avere qualche goccia di sangue italiano.

domenica, novembre 25, 2007


DOVE VA LA DESTRA?

Caro Gianfi,
ti scrissi una lettera aperta tempo fa chiedendoti dove ci avresti portato, erano i tempi di Sarkozy, della sua scalata all’Eliseo, della sua prepotente vittoria. Speravo, insieme a molti “fiammini” che avresti appreso qualcosa e ti saresti mosso di conseguenza, sei venuto a Todi per Ruggiano e sei annegato nel bagno di folla. Tutto finisce qui. Hai permesso a molti di andarsene. Non hai speso una parola. Perché? Che cosa è successo in A.N.? A noi, miseri elettori,facci sapere qualcosa, se hai tempo. Sono d’accordo con BERLUSCA, a noi i progetti… ma quali progetti vuoi fare? Qui si tratta di svegliarsi dall’oblio e continuare quello che si è iniziato e non si è concluso. Tutto mi sarei aspettato, ma non quello a cui si sta assistendo in questi giorni. Sarkozy ti ha dato una legnata che, spero, ti svegli dal sonno ammaliatore di Cupido. Ha retto alla sinistra, non si è calato le braghe, perchè la gente lo ha votato per quello che aveva promesso di fare e lo sta facendo. Non si è preoccupato delle urla dei compagnucci, Voi vi siete cagati sotto…e ora governano. Noi vi abbiamo votato perché credevamo che in 5 anni molto si sarebbe fatto, ma Voi vi siete calate le braghe, vedi scuola, pensioni ecc. Va a finire che Storace prenderà più voti di noi. …Chi con Berlusconi guarisce, di Berlusconi perisce…ricordalo, Gianfi! Sono convinto che dobbiamo rimanere a destra, ma con idee chiare e fedeli al grande B, la Mussolini, perché non l’hai coinvolta? Te ne se dimenticato come la Santanchè? Vedi come le nostre donne prendono gli schiaffi nei cortei delle compagnucce? Vedi dove tu e quel Casini(aro) ci ha avete portato)? Per che cosa poi? Per aver frenato sulla via delle riforme? A quest’ora, dovevamo essere ancora noi al governo.
Adesso ti saluto e spero che la situazione rientri nella giusta posizione di stabilità e coerenza.

mercoledì, novembre 21, 2007

martedì, novembre 20, 2007

domenica, novembre 18, 2007


CINQUE M I L I O N I
Cinque milioni, più o meno, sono tanti! Uomini della sinistra, avete visto cosa sono stati capaci di fare i vostri governanti? Altro che i 4 milioni (erano in realtà 1,8 milioni) di PRODI e i 3, 5 delle Veltroniadi (molti di meno anche in questo caso, decine di persone sono andate a votare tutta la giornata, passando da un seggio a un altro) ! A qualcuno, o più, sono saltati i nervi e sono andati a incendiare i gazebo dove si raccoglievano le firme, segno brutto, questo, brutto ma proprio brutto…
Questa è una cosa seria, amici miei, si è scritto (con le firme) la disfatta dell’ ARMATA BRANCALEONE. Compagni, o avete cambiato appellativo, con il P.D.,non vi crede più nessuno, parlate di RIFORME, ma s’è visto solo l’ombra, cosucce da borgata, panettieri, barbieri, …e i tassisti? Che fine hanno fatto le famose mille licenze? Le RIFORME, quelle serie, le aveva iniziate la C.D.L, per paura che le cose cambiassero veramente siete arrivati VOI, e quel poco che si era iniziato a fare, pluff! l’avete ritoccato, in peggio, (vedi la scuola, mi fa rimpiangere Gentile, ha accontentato i prof, via il tutor, via il portfolio e adesso l’oblio). Questo è solo un esempio che chiarisce ancora una volta la vostra inefficienza e mancanza di idee. VOI dovreste iniziare, con Veltroni che rappresenta il vecchio, una stagione costituente con l’opposizione? Avete occupato tutto quello che c’era da occupare, dalla RAI al più piccolo ufficietto di periferia e, ora cercate il dialogo, avete veramente delle facce di bronzo.Bassolino docet…a Napoli si vive nell’immondizia materiale, morale e istituzionale e LUI, O’ RE, s’inventa il giardino con ossigeno non contaminato. Come dice Frassica: com…….PLIMENTI! Anche la verede Umbria docet, l’ultima roccaforte rossa è saltata, crolla il mito del buon governo, crollano le alleanze tra le 47 logge massoniche il governo e la Chiesa. Vengono fuori le cifre: 135mila dipendenti pubblici su una città di 150mila abitanti, 37 morti bianche, 29 per overdose…di nuovo com…PLIMENTI! ITALIANI, come vi appellava qualcuno, aprite gli occhi, mettete da parte l’odio per il megalomane Berlusca (lo preferisco ai nani) e gridate pure voi: “ AL VOTO, AL VOTO…” I vostri figli ve ne saranno grati.
Vi lascio a una serena meditazione.

sabato, novembre 17, 2007


IL TRIANGOLO PERVERSO.

Tempo fa scrissi alcune considerazioni sulle condizioni dei giovani e dei loro disagi, tra droga, alcool e bullismo con la speranza di esorcizzare questo problema. La situazione è peggiorata. Addirittura si ammazza (caso di Perugia), e si continua a sfasciare e distruggere “sfruttando” la morte di un tifoso, la cui colpa è stata quella di trovarsi nel posto sbagliato, nel momento sbagliato. Ma che sta succedendo? Perché tutta questa violenza? Perché i nostri giovani devono ridursi a novelli Attila? Cosa li spinge a simili comportamenti? Scrissi del triangolo: famiglia – scuola – figli, i cui alti sono, o almeno dovevano essere, l’uno il prolungamento dell’altro, l’uno il supporto dell’altro. Così non è stato. Qualcosa si è inceppato in ognuno dei tre lati. Ognuno ha le proprie responsabilità. La famiglia è stata posta sul banco degli accusati, per me è una soluzione semplicistica e ingiusta. Così come il Ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni è attento a distinguere fra i tanti insegnanti che fanno il loro dovere e alcune ‘mele marce’, così anche a proposito di famiglia non si può fare di tutte le erbe un fascio. È ormai unanimemente riconosciuto che sulla famiglia grava gran parte dei costi sociali e si scaricano poi altre tensioni: la crisi economica, l’integrazione e via dicendo. La famiglia però è sola ad affrontare tutte queste problematiche. Manca un’ adeguata politica di sostegno alle famiglie che consenta loro di affrontare le varie forme di disagio. E manca un vero protagonismo delle famiglie, che a volte sono consultate, spesso sono oggetto di interventi, ma difficilmente sono coinvolte nelle scelte. Risulta che i nostri alunni sono tra i peggiori per quanto riguarda i risultati (ventiseiesimo posto sia nella lettura sia in matematica, con diverse posizioni perse nel giro di pochi anni). Gli insegnanti sono quelli che stanno in classe il numero minore di ore annue. Come si dice: “senza peli sulla lingua”, anzi nella penna: gli insegnanti sono troppi e i loro (modesti) stipendi assorbono la stragrande maggioranza degli investimenti destinati alla scuola. In questi dati scarni c’è un preciso ritratto del nostro Paese, che non vogliamo guardare. Un Paese che da tempo ha rinunciato a immaginare il proprio futuro, lasciando questo compito, nella migliore delle ipotesi, alla buona volontà dei singoli. La prima osservazione, quasi ovvia, che viene da fare è che per troppo tempo la scuola italiana è stata trattata come un problema eminentemente occupazionale da un lato e, dall’altro, come uno spazio - o meglio, come un insieme di molti spazi - da conquistare. Problema occupazionale, ossia: la scuola deve dare innanzitutto lavoro. Perché prima c’era un solo maestro elementare mentre poi ne sono stati necessari tre? Fu un’esigenza educativa a dettare questa riforma? No. L’educazione dei giovani è un problema che investe tutto un Paese, e la scuola ne è parte essenziale. Educare vuol dire aiutare i giovani a diventare uomini adulti, in grado di assumere le proprie responsabilità fino in fondo. La scuola fa la sua parte in questo grande compito trasmettendo conoscenze. Questo è lo scopo della scuola, non certo quello di dare lavoro a laureati disoccupati. Viceversa, se la scuola viene trattata come un problema statistico, il primo elemento ad essere messo fuori gioco è proprio il più importante: il valore della persona. E non parlo solo della persona del giovane, ma anche di quella dello stesso insegnante. Non basta, infatti, dare a una persona un’occupazione e uno stipendio: bisogna darle anche uno scopo. Un lavoro senza scopo è degradante e umiliante. Dunque, il giovane è conscio di questa situazione, il giovane debole, il giovane che non è seguito dalla famiglia, il giovane che vede la famiglia come “ un nemico “ trova conforto e accoglienza in luoghi e compagnie di suoi simili e …succede quello che, in una società di finto benessere, nessuno vorrebbe mai vedere. Un fatto ci consola: la famiglia italiana è sana, ha solo bisogno di nuovi punti di riferimento e certezze. Come anche i ragazzi. Non possiamo rassegnarci a dire che sono svogliati, non hanno voglia di studiare, fumano, pensano solo a divertirsi…dobbiamo dare loro le “opportunità”. E anche voi giovani, dimostrate quello che valete, non dite sempre no, a prescindere, guardatevi attorno, individuate chi può “aiutarvi” e tirategli fuori quello che può darvi, perché lo darà con piacere. Volate alto, ragazzi.Come sempre vi lascio con il mio augurio di serenità.
Non vi è politico più inefficiente di quello che, fuori dal Parlamento, è disoccupato.


venerdì, novembre 16, 2007

sabato, novembre 10, 2007

sabato, novembre 03, 2007


Si è stabilita l'identità nazionale di Prodi: è romeno, nel senso di Ceausescu. Governa senza maggioranza, confida nella capacità di intortare gli italiani avendo le tivù e i giornali dalla sua. Non lo so se è giusto o meno augurargli una fine migliore di quella del suo predecessore di Bucarest. Ha cercato di ingannarci. Ha detto ieri: «Quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto e continueremo seriamente a vigilare e a fare in modo che questi atti non si ripetano più». Ora mi chiedo:- potrà continuare a governare, potrà continuare a raccontarci che tutto va bene e che è orgoglioso di quello che ha fatto sino ad ora? Berlusconi diceva che presto sarebbe caduto, oggi dice che non cadrà, a che gioco sta giocando? Forse che noi non siamo pronti alle elezioni? Comunque io sono stufo e nauseato. Voi?

venerdì, novembre 02, 2007