Vernacolese

mercoledì, dicembre 24, 2008

CHI DI DI PIETRO FERISCE, ANCHE DI PIETRO PERISCE.
«Al giorno d’oggi la gente conosce il prezzo di tutto e il valore di niente», diceva Oscar Wilde. Il principe tenutario dei Valori d’ Italia, si sta dimostrando molto, ma molto fallace. Scandali e incidenti di percorso hanno coinvolto i militanti di quello che, così annunciò Di Pietro a suo tempo, sarebbe stato il partito più pulito del Paese. Peccato che nel partito della trasparenza il primo a incespicare più volte sia stato proprio il Caudillo. Senza perder tempo vi elenco la vita politica degli appartenenti all’ I. DEI DISVALORI: febbraio 2008 quando Di Pietro attirò l’attenzione della magistratura di Roma per appropriazione indebita, falso in atto pubblico e truffa aggravata ai danni dello Stato finalizzata al conseguimento dell'erogazione di fondi pubblici. Storie di presunte irregolarità commesse dall’ex pm nella gestione delle finanze nell'Italia dei Valori riguardo alle spese elettorali, alle movimentazioni dei conti del suo partito: in tutto, oltre 20 milioni di euro. Più l'antipatica questione di un assegno «non trasferibile» da 50mila euro destinato al partito ma ugualmente incassato da Di Pietro. Fatto sta che la Procura decise di rinviare a giudizio anche la deputata-tesoriera dell’Idv, Silvana Mura. Una bolla di sapone, qualcuno obietterà. Dissoltasi nell’aria all’arrivo dei prima caldi primaverili.
Eppure Di Pietro ci rimane male quando qualcuno, metti il Giornale di Mario Giordano, mette in piazza alcune sue debolezze. Per esempio il vizietto di giocare a Monopoli comprando case con soldi che non si capisce da quale parte e come arrivino. Tra il 2002 e il 2008 ha speso quattro milioni di euro per collezionare, assieme alla moglie Susanna Mazzoleni, immobili un po’ ovunque da Montenero, a Bergamo, a Milano, da Roma a Bruxelles. Lui non appare mai, fa tutto l’amministratore della sua società immobiliare An.to.cri (acronimo di Anna, Toto, Cristiano, i figli di Di Pietro) compagno di Silvana Mura. Siamo alle solite. Confusione di ruoli e ambiguità fra movimento e associazione con locazioni degli immobili di proprietà di Di Pietro al partito del medesimo. «Da noi c’è posto solo per candidati che oltre al certificato elettorale portano con sé anche il certificato penale», amava ripetere. Evidentemente si deve essere distratto in più d’una occasione se è vero come è vero che Paride Martella, ex presidente della Provincia di Latina, esponente Idv è stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta su appalti truccati della Acqua latina, un giro da 15 milioni di euro. In Liguria due suoi consiglieri su tre hanno avuto problemi giudiziari. Gustavo Garifo, capogruppo provinciale dell’Idv di Genova, è stato ammanettato in ottobre per aver lucrato sugli incassi delle multe. Andrea Proto, consigliere comunale, reo confesso, ha incassato una condanna a un anno e nove mesi per aver raccolto la firma di un morto. Giuliana Carlino, consigliere comunale Idv, indagata per aver falsificato migliaia di firme. Per corruzione è finito in cella il segretario Idv di Santa Maria Capua Vetere, Gaetano Vatiero. Mentre Mario Buscaino, già sindaco di Trapani, nel Luglio del 1998 è stato accusato di concorso in associazione mafiosa per voto di scambio. Maurizio Feraudo, consigliere regionale calabrese, indagato per concussione (per anni avrebbe preteso un tot sullo stipendio da un suo autista) e truffa. A Foggia l’ex assessore ai Lavori pubblici e coordinatore provinciale del partito, Orazio Schiavone, è stato condannato a un mese e dieci giorni per esercizio abusivo della professione. Rudy D’Amico, un altro ex assessore dell’Idv, questa volta a Pescara, e rimasto coinvolto nell’inchiesta «Green Connection» sulla gestione del verde pubblico. E ancora per Aldo Michele Radice, portavoce Idv in Basilicata, consigliere del ministro Di Pietro il Pm ha chiesto 9 mesi per la raccomandazione di un manager sanitario.
Sorridete: perché c’è anche chi l’auto blu, pur non avendola assegnata, se la compra e utilizza lampeggiante e paletta in dotazione al Consiglio regionale. È Ciro Campana, fermato nei giorni scorsi a Napoli dai carabinieri. Campana non è un consigliere, ma un collaboratore esterno del capogruppo Idv, Cosimo Silvestro. Questo è il resoconto prima di Natale, poi vedremo. Essendo una persona che crede nella giustizia e non emana sentenze alla Travaglio, dico che Di Pietro e suo figlio sono estranei o quantomeno non hanno commesso reati. Buon Natale e un proficuo anno nuovo.

martedì, dicembre 23, 2008


Chi di DI PIETRO FERISCE, anche DI PIETRO PERISCE... Chissà cosa ci riserveranno le inchieste napoletan - romanesche sul cocco di papà!

lunedì, dicembre 22, 2008


QUALCUNO È RIMASTO COMUNISTA?
Amici miei, mi lacrima il cuore, sono dispiaciuto e nello stesso tempo sconvolto per come vanno le cose a sinistra, di quello che c’è rimasto. L’operaio votava Bertinotti (mai lavorato in vita sua) perché combatteva il “padrone” che affamava l’operaio. Il metalmeccanico votava comunista perchè convinto di essere felice di aver raggiunto livelli medi di vivibilità. Altri votavano comunisti perchè convinti che dalla loro parte erano moralmente perfetti e quindi pronti a cambiare vita e raggiungere il Paradiso. Molti altri vedevano nella madre Russia la “terra promessa”, molti sono andati a scuola a Mosca, ancora oggi vediamo quello che impararono. Dalla caduta del muro è stato un continuo Travaglio, il cercare di non farsi seppellire, infatti ci sono voluti altri 15 anni per vederli fuori dal Parlamento. Qualcuno della mia parte dice (ipocritamente) che gli dispiace, a me no. I motivi sono tanti e non sto qui ad elencarli, alcuni li conoscete già. Molti sono stati comunisti durante gli studi universitari, poi allettati dai posti demo-socialisti, hanno piegato la testa affermando che si trattava del pane per l’avvenire, (giustamente). Pochi reduci cambiavano partito per inventarne uno nuovo e negare quello di appartenenza. Quei pochi rimasti hanno continuato a votare comunista per aspettare il giorno del trionfo, non della classe operaia, ma di Vladimir Luxuria un uomo/donna con un nome russo…Che delusione, un popolo che credeva negli ideali di Marx e di Hegel, ridotti ad acclamare un/a tizio/a che ha partecipato all’isola degli ignoranti. Strano destino per un partito che era nato con la falce e il martello e si appresta evidentemente a morire con ostriche e champagne. Sul caviale del tramonto, verrebbe da dire. Almeno, però, si mettano d’accordo con se stessi. Adesso lottano per Sky e udite, udite anche per Mediaset. Quest’estate, quando fu abrogata l’Ici per tutti gli italiani, la sinistra insorse dicendo che bisognava ridurla solo ai poveri, per non favorire i ricchi che non avevano bisogno di quell’ aiuto. E adesso cosa è successo? Perché quei ricchi, che non avevano bisogno dell’aiuto sulla casa, che è un bene di prima necessità, ora ce l’hanno, invece, per l’abbonamento Sky, che al contrario è un bene tipicamente voluttuario? Io l’abbonamento a Sky non l’ ho mai fatto, vivo felice e contento, comunque. Ecco spiegato perché i giovani fuggono dalla realtà che gli abbiamo creato. A quando un’inversione di rotta?

domenica, dicembre 21, 2008


“Nel Pd non c’è posto per i disonesti” ha detto ieri Veltroni. Ma si è reso conto del distacco esistente tra la base e i vertici del suo partito, tra i giovani e gli eterni riciclati per tutte le stagioni del carrierismo. Un momento di luce nel suo discorso la citazione dell’incontro con Roberto Saviano, l’autore di Gomorra, al quale ha proposto una iniziativa di collaborazione e d’incontro con i giovani del Sud. Veltroni rivendica i valori di un partito che si pone come esempio solitario di autentica vita democratica, contro il populismo dei partiti senza congressi, partiti dall’applauso al capo, che non sanno dire altro della questione morale se non che gioire squallidamente del mal comune mezzo gaudio. Troppo poco per affrontare insieme l’urgenza di una riforma della giustizia, che renda più credibile la magistratura di fronte allo sfacelo della politica.

venerdì, dicembre 19, 2008


UOLTER, questa sera ha detto: - Cambiamo o ci sotterreranno – Lui, che ha perso tutte le elezioni. Ha sbagliato alleato. Non ha unito il partito, diviso in mille correnti. Ha fallito il rinnovamento. Non ha affrontato la questione morale. Non è stato in grado di dialogare sulle riforme. Ha portato il Pd allo sbaraglio, vedi vigilanza Rai e quel cavolo di Villari che gioca a fare Napoleone.
La bella stagione di Veltroni è appassita, e in terra sono rimaste promesse rancide, che sanno di muffa. E gli errori, tanti. L’uomo vestito di nuovo, il profeta di una sinistra diversa, moderna, orfana felice delle ideologie, senza parolai rossi, quasi elegante nel suo bon ton, pronta a danzare come una libellula e pungere come un’ape, si è ritrovato con un partito liquido, dove l’identità è una macedonia venuta male. I democristiani di sinistra non vogliono morire comunisti. Gli ex Pci si sentono tuttora, malgrado tutto, l’avanguardia di qualcosa. Non importa cosa. La realtà è che questo papocchio chiamato Pd non ha una rotta, non ha una cultura, non ha una visione del mondo. Orecchia. Sfodera un «we can» e pensa: tanto dall’altra parte stanno peggio. A questo punto a Veltroni non resta che dimettersi insieme a Bassolino e Iervolino e quant’ altri che hanno contribuito a questo macello.

giovedì, dicembre 18, 2008


Il Senato ha convertito, in via definitiva, il decreto 'sblocca-cantieri' con 148 voti a favore, 88 contrari e cinque astenuti. Il provvedimento, gia' esaminato dal Senato il 20 novembre e cambiato dalla Camera il 16 dicembre, e' stato approvato in terza lettura, senza modifiche e quindi e' legge. Hanno votato a favore Pdl e Lega, astenuti Udc-Svp-Autonomie-Idv, il Pd ha votato contro. Il decreto,che scadeva domani, e' finalizzato ad un primo sostegno all'economia contro la crisi. Nel dettaglio, riguarda i prezzi dei materiali da costruzione, misure di sostegno ad autotrasporto, agricoltura e pesca, stanzia fondi per la preparazione del G8 del 2009 alla Maddalena e definisce gli adempimenti tributari per le aree terremotate di Marche e Umbria, colpite dal sisma nel 1997. Per quanto riguarda in particolare il G8, il decreto autorizza la spesa di 233 milioni di euro, in favore della regione Sardegna, per le opere connesse al 'grande evento' relativo alla Presidenza italiana del G8. I fondi vengono dal FAS gia' destinato alla regione Sardegna. QUESTI SONO I COMPAGNUCCI, DICONO DI COLLABORARE E POI VOTANO NO. BRAVI CONTINUATE COSI', SIETE INAFFIDABILI, CI FARETE UN GROSSO FAVORE ALLE ELEZIONI EUROPEE.

martedì, dicembre 16, 2008


Fate lo sciopero dell'ananas, non dello zampone... Chiamatela provocazione di fine anno se volete, ma il ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia, non rinuncia a nulla per tenere alta la bandiera della difesa dei prodotti agricoli made in Italy. E' il suo cavallo di battaglia, che ha portato a combattere anche a Bruxelles, nei negoziati per le quote latte, in quella per la tipicità dei rprodotti e l'etichettatura obbligatoria.
Per Zaia devono essere proprio i consumatori a tornare a imporre la genuinità e l'autenticità dei prodotti della nostra terra sulle tavole, con comportamenti corretti e consapevoli. Deve partire da loro, con l'aiuto della politica e delle iniziative che sta mettendo e metterà in campo il ministero, il rinascimento dell'agricoltura italiana. Zaia è chiaro su questo punto: occorre smettere di comprare cose che "a volte sono schifezze, ci sono prodotti che in alcune parti del mondo vengono realizzati utilizzando ancora il Ddt, prodotto pericoloso per la salute e da anni bandito in gran parte del mondo". Lo "sciopero dell'ananas", secondo Zaia, vuole essere il simbolo del Natale e di tutto quello che non è agricoltura italiana.
"Comprate italiano" "A dicembre su 4.500 prodotti tipici si trovano almeno 2.000-2.500 prodotti di stagione che rappresentano il meglio delle produzioni dei nostri territori, non c'è alcuno che ci batte per qualità e tipicità" - ha detto -. Invito a regalare a Natale il prodotto tipico italiano, magari un Igp, un doc... non c'è che da scegliere dal Nord al Sud". ....E BRAVO ZAIA, E BRAVO BRUNETTA, E BRAVA GELMINI, E BRAVO TREMONTI...VOLETE VEDERE CHE DOPO TANTI ANNI DI APPIATTIMENTO, QUALCOSA DI BUONO USCIRA' DA QUESTO GOVERNO?

sabato, dicembre 13, 2008


GLI SCIACALLI DEL PD DANNO ADDOSSO AL NEO SINDACO ALEMANNO, INSEDIATOSI SOLO OTTO MESI FA, RUTELLI & C. LO ACCUSANO DI SCARSA EFFICIENZA. LORO DIMENTICANO CHE IN 4 LEGISLATURE HANNO SOLO PAGATO LA MANUTENZIONE, SENZA AVER FATTO I LAVORI DOVUTI. HA RAGIONE, COME SEMPRE IL CAVALIERE, CON QUESTI NON SI PUO' DIALOGARE.

martedì, dicembre 09, 2008

domenica, dicembre 07, 2008


Ma cosa voleva dimostrare Maurizio CROZZA nel suo programma. La scenetta satirico social- nazista, in bianco e nero è il classico esempio dello scempio che si fa della satira. Ecco, un intesa, un percorso condiviso, non potrà mai avvenire. Quella di Crozza, sulle classi ponti, l'ha presentata come l'anticamera del ghetto, poi il passaggio in bianco è nero, con quel fiocco blu, è stato il top. Complimenti. Perchè contro la sinistra, invece usa una satira soft? Siete comunisti e comunisti rimarrete.


PRIMA O POI DOVEVA SUCCEDERE, PERUGIA COME NAPOLI? SINISTR..ATI
Perugia«Appalti & Favori», ovvero:“calce e carrello”. Non c’è bisogno di aggiungere altro. Il titolo che la sezione Criminalità organizzata della Polizia di Perugia ha dato all’inchiesta sull’Appaltopoli del capoluogo umbro è tutto un programma. Nella verde Umbria, terra di Santi, agriturismi e quieto vivere, sembra si annidasse un «sistema collaudato» di favori tra imprenditori e funzionari pubblici. In pratica, stando alla tesi dell’accusa, ci sarebbe stato nel corso degli ultimi anni chi pilotava le gare di appalto e addirittura indicava di volta in volta le imprese da invitare e quelle alle quali aggiudicare la gara, contattando preventivamente gli imprenditori prescelti e quelli che non avrebbero dovuto presentare offerte. Lo scenario che prefigura l’accusa, è quello di favori in cambio di false attestazioni «sull’aumento imprevisto e imprevedibile dei costi di appalto», suffragato anche da testimonianze di chi ha ammesso di aver pagato funzionari della Provincia fino a 10mila euro. Ma ci sono anche casse di vino, televisori, camere di albergo, camicie e cravatte firmate. Di tutto un po’.

mercoledì, dicembre 03, 2008



Chi di Cavaliere ferisce di Cavaliere perisce.
La grande guerra di Sky, ovvero il trionfo retroattivo dei valori berlusconiani. C’è la grande guerra contro l’aumento dell’Iva per Sky: è una guerra ideale, grandiosa, combattuta a sinistra contro il governo Berlusconi (colpevole secondo Walter Veltroni di volere “colpire un’impresa, i cittadini e deprimere ulteriormente il paese”), ma combattuta anche con passione dalle star del cinema e della tivù, indignate perché non s’interrompe un’emozione. Le emozioni fanno parte della vita quotidiana e Veltroni questo lo sa. Lui voleva vincere le elezioni proprio attaccando Berlusca come proprietario di TV e giornali. Siccome il tempo è galantuomo, arriva puntuale la vendetta. Le TV del cavaliere penalizzate sull’IVA. Infatti, Piersilvio è un po’ amareggiato con papà. La sua nuova creatura a pagamento sul satellite, una meraviglia di trasmissione, è penalizzata come SKY. Veltroni che fa? Pur di fare sempre il Bastian contrario, difende Sky e di conseguenza Berlusconi…com’ è buffa la vita! Com’è buffo UOLTER.