Vernacolese

sabato, gennaio 31, 2009


Obama mette il copyright sul Yes we can, non vorrà certo che VELTRONI lo usi di nuovo nella campagna elettorale alle regionale e comunali.

giovedì, gennaio 29, 2009

ATTENTI A QUESTI DUE, EVITATELI! INFETTANO L' ARIA CON IL VIRUS DELL' INVIDIA
Il trebbiatore di Montenero, alias il coniglio Di Pietro, che imperturbabile continua a sfuggire al confronto tv con Gasparri che l’ha sfidato a spiegare agli italiani le malefatte sue, del figlio Cristiano, e dell’Italia dei favori e dei valori immobiliari, questa mattina, arringando un migliaio di poveri “frustrati e sfigati” che dalla vita non hanno avuto niente, salvo il posto politico, a Roma,in piazza Farnese, dove era esposto uno striscione poi sequestrato : “ Napolitano dorme, l’Italia insorge” Afferma poi che questa critica è "fatta del tutto rispettosamente". Quindi conclude: "Il silenzio uccide, il silenzio è un comportamento mafioso per questo io voglio dire quello che penso". 

mercoledì, gennaio 28, 2009

La Cgil non ha firmato neppure stavolta. E la sorpresa dov'è? Per la Cgil la firma degli accordi è diventata un’eccezione. Un po’ come il caso del postino che si mette a mordere il cane. Eppure il testo dell’accordo quadro era assai migliorato rispetto a quello presentato dalla Confindustria nell’autunno scorso.

martedì, gennaio 27, 2009

DON SCIORTINO, IL GRANDE, COLUI CHE DAL PULPITO DI FAMIGLIA CRISTIANA BACCHETTA IN CONTINUAZIONE IL BERLUSCA, DOPO LA PAUSA NATALIZIA, E' STATO IMPEGNATO NELLE LITURGIE DELLA NATIVITA', IL DIRETTORE DI F.C. ACCUSA IL CAVALIERE DI PENSARE A KAKA' E A FIORELLO, SENZA PENSARE ALLA CRISI DELLE FAMIGLIE ITALIANE. VORREI RICORDARE A QUESTO PRETE CHE GRAZIE ALLA BONTA' DEL CAV. LUI NON PAGA LE TASSE SUGLI IMMOBILI, L'ACQUA  E NON SO CHE PIU'. DEVE RINGRAZIARE IL CAV SE MIGLIAIA DI BAMBINI COLPITI DALLO TSUNAMI VIVONO E STUDIANO. QUESTO PRETE SOCIALCRISTO, DOVREBBE SEGUIRE DI PIU' L'OPERATO DEL SUO NEMICO E PREGARE IL SUO DIO CHE LO MANTENGA A LUNGO IN VITA.

mercoledì, gennaio 21, 2009


Santoro: "Noi linciati" "Sono state dette molte menzogne, ci sono state gravi e ingiustificate interferenze, sono state rivolte accuse assolutamente infondate": Santoro scrive la sua difesa ai componenti del Cda. "Non è mia abitudine replicare a chi commenta le nostre trasmissioni - esordisce il giornalista nel lungo testo - e ritengo, anche in questa circostanza, di non rinunciare a questo mio comportamento. Tuttavia nel florilegio di dichiarazioni che hanno fatto seguito ad Annozero, a volte assumendo le forme del linciaggio, sono completamente scomparsi i contenuti del nostro lavoro". Quindi l'accusa pesantissima: "È come se Petruccioli e il Cda avessero caricato un’arma per lasciarla in eredità ai loro successori, senza avere il coraggio di tirare il grilletto. Non ci sarebbero le condizioni per andare avanti. Ma per le responsabilità che sento nei confronti della mia redazione e del pubblico, Annozero andrà in onda fino a quando i partiti troveranno chi avrà il coraggio di tirare il grilletto"
. LUI PUO' LINCIARE, DENIGRARE, ACCUSARE, CONDANNARE, GIUDICARE, CRITICARE...GLI ALTRI NO. INTANTO SI E' BECCATO 51MILA EURO DI MULTA. TIE'!!!!

domenica, gennaio 18, 2009


«Mai come in questa circostanza - ha aggiunto l’esponente democratico D' Alema - la voce dell’Italia è stata distante dal sentimento degli italiani, a quel sentimento ha dato voce la Chiesa cattolica, contro il cinismo e la ferocia di una parte dell’Italia ufficiale». «Non siamo noi ad essere isolati - ha attaccato D’Alema - ma lo è questa Italia cinica, reazionaria e ignorante».

Egregio BAFFINO, MI DEVI SPIEGARE CHE SIGNIFICATO HANNO ANCORA FARE QUESTE MANIFESTAZIONI, IO LE RITENGO PURA IPOCRISIA E LA CHIESA E' COMPLICE. BRUCIARE UNA BANDIERA E' SINTOMO DI INTOLLERANZA, SANTORO NE FA FEDE. TI PROPONGO DI RITORNARE DOMANI DAI TUOI AMICI E CONVINCERLI A SMETTERE DI SPEDIRE MISSILI VERSO ISRAELE, E PORTATI I MANIFESTANTI, VOGLIO VEDERE QUANTI NE VENGONO. TU SEI COMPLICE DI HAMAS. TU SEI ORMAI UN RELITTO DELLA POLITICA, INSIEME A UOLTER.

sabato, gennaio 17, 2009


In sintesi il viaggio dell’ex pm nel capoluogo partenopeo si è chiuso con il seguente bilancio: a) ha scoperto che il figlio è indagato; b) ha fornito la quinta (o sesta) versione diversa alla domanda sulla «inquietante» fuga di notizie relativa all’inchiesta Mautone (tra un po’ confesserà che gliel’ha detto Frate Indovino); c) ha fatto capolino nella sezione regionale trovando il suo partito lacerato come un criceto finito nelle fauci di un dobermann, con dirigenti che quando sono gentili si accusano l’un l’altro di essere camorristi. Povero trattorista: ci mancava che gli rubassero il Rolex, e poi il servizio era completo.
A questo punto, per dirla in dipietrese, la frittata è fatta. Il danno irrimediabile. Cristiano (glielo auguriamo) dimostrerà la sua innocenza, Tonino (lo speriamo) riuscirà finalmente a spiegare come ha saputo dell’inchiesta, il partito campano troverà la pace, con o senza mediazione dei Caschi blu dell’Onu. Ma se anche tutto questo dovesse realizzarsi, ormai il dato politico resta: i grandi moralizzatori hanno bisogno di essere moralizzati. Si sono dimostrati uguali o, anzi, peggio di tutti gli altri. Qui finisco la STORIA DI DON ANTONIO
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giovedì, gennaio 15, 2009

mercoledì, gennaio 14, 2009

Io pensavo che la storia fosse finita, ma mi sbagliavo...continua.
Dai conti alle contesse La seconda domanda riguarda l’eredità Borletti. Lei dichiara di aver utilizzato parte di quei soldi (3,5 miliardi di lire donati nel ’95 dalla contessa Maria Vittoria) per incrementare il suo patrimonio immobiliare. Benissimo, fortunato lei. Ma quella donazione era destinata a usi privati o politici? È vero o no che la contessa disse di essere felice perché quei soldi avrebbero contribuito, come ricorda Italia Oggi, «alla nascita di un centro» capace di «offrire al cittadino più indifeso un’assistenza legale sia effettiva che preventiva»? È vero o no che l’onorevole Prodi, che prese assieme a lei altri 3,5 miliardidellamedesimadonazione Borletti, girò quei soldi al Movimento per l’Ulivo? Dunque si trattava di soldi destinati all’attività pubblica? E che c’entrano le sue case allora? E se non erano soldi destinati all’attività pubblica perché il 15 settembre 1998, lei caro Di Pietro,nehadenunciato una parte alla Camera, come previsto dalla legge sul finanziamento pubblico dei partiti?

domenica, gennaio 11, 2009

On. Di Pietro, risponda a queste domande che le pone LIBERO: 1) Come si spiega la doppiezza fra l’associazione Idv e il movimento-partito Idv? 2) Come si spiega la gestione dei contributi elettorali del partito? Chi li ha incassati? 3) Come si spiega che fino a ieri fosse lui, Di Pietro, ad approvare i rendiconti Idv, senza altri controlli? 4) Come poté acquistare la casa di Bergamo all’asta dell’Inail se la legge glielo impediva? 5) Come si spiega il giallo dell’Idv che pagava l’affitto della sede di Roma alla famiglia Di Pietro? 6) Come si spiega che Di Pietro seppe in anticipo che Mario Mautone (provveditore alle opere pubbliche) era sotto inchiesta a Napoli?


 PARTE SECONDA: LE CASE DELL' ONEST' UOMO
Anche da spiantato, Antonio Di Pietro ha sempre avuto un debole per case e casette. Il problema è chi fosse a pagarle. L’allora magistrato, dalla fine degli anni Ottanta ai primi anni Novanta, giostrava tra quattro o cinque domicili: il primo lo pagava la moglie, ed era il cascinale di Curno; un secondo lo pagava una banca, ed era l’appartamento di Milano dietro piazza della Scala, affittato a equo canone dal Fondo Pensioni Cariplo; un terzo lo pagava l’ex suo inquisito Antonio D’Adamo, che gli mise a disposizione una garçonnière dietro piazza Duomo fino al 1994; un quarto appartamento, a Curno, a fianco al suo, lo stava finalmente pagando lui: ma coi famosi 100 milioni «prestati» dall’ex inquisito Giancarlo Gorrini. Ci sarebbe un quinto domicilio, a esser precisi: Antonio D’Adamo, che al pari di Gorrini gli prestò altri cento milioni, gli mise a disposizione anche una suite da 5-6 milioni al mese al Residence Mayfair di Roma, dietro via Veneto: questo dal 1989 e per almeno un anno e mezzo. Quest’ultimo fa parte del pacchetto di sterminati favori (soldi, auto per sé e per la moglie, incarichi e consulenze per moglie e amici, impiego per il figlio, vestiario di lusso, telefono cellulare, biglietti aerei, ombrelli, agende, penne, stock di calzettoni al ginocchio) che il duo D’Adamo-Gorrini ebbe a favorirgli via via; nulla di penalmente rilevante, sentenziò incredibilmente la Procura di Brescia una decina di anni fa: comportamenti che tuttavia avrebbero senz’altro portato a delle sanzioni disciplinari se Di Pietro non si fosse dimesso da magistrato. A esser precisi: «Fatti specifici che oggettivamente potevano presentare connotati di indubbia rilevanza disciplinare», recita una sentenza di tribunale, rimasta insuperata, in data 29 gennaio 1998. CONTINUA

giovedì, gennaio 08, 2009

martedì, gennaio 06, 2009

DALL'ITALIA DEI VALORI (ne sono rimasti pochi), ALL' ITALIA DEI FAVORI

lunedì, gennaio 05, 2009

LA GRANDE SAGA CONTINUA...

domenica, gennaio 04, 2009


Di Pietro, in politica, porta avanti un solo valore: l’onestà al mille per cento, una diversità antropologica rispetto all’Italia dei furbetti, il disinteresse assoluto verso qualsiasi potere o privilegio, una luterana concezione del denaro come sterco del demonio. Non c’è altro, nel pensiero di Di Pietro. Non un’ideologia, non una strategia economica, non una visione sulla politica internazionale, sulla scuola, sulla cultura, su qualsiasi questione etica che non attenga al settimo comandamento. Onestà, onestà, onestà, ripete. Quest’uomo, per onestà intende solo il non prendere tangenti, il non interferire sugli appalti. Un’onestà di cui egli stesso si dice paladino, se non addirittura incarnazione. «Noi», ama ripetere, «siamo l’Italia dalle mani pulite». E dunque. Quando un uomo - anzi, un politico - esige la purezza assoluta dagli altri, non può sottrarsi a che la sua condotta sia passata al setaccio con la più severa intransigenza. Ma lui pretende che no, su di lui non si avanzino dubbi, addirittura che di lui non si parli. COMMENTATE!